COVID-19 dall’accidente alla scelta

COVID-19

COVID-19

Quando qualcosa di imprevedibile e drammatico accade, la nostra reazione di solito è di sgomento e paura, quindi, passando attraverso uno stato d’animo di incertezza, si arriva ad un bivio: reagire e combattere o sedersi ed aspettare.
Ognuno si comporterà nel modo in cui il proprio carattere e le proprie risorse glielo permetteranno ma ognuno sarà chiamato a cercare dentro di sé il meglio di ciò che è e, se possibile, a puntare sulle caratteristiche che lo renderanno ancora migliore.

Dall’individuo alla comunità

Da tempo siamo abituati a pensare come vincente chi se la cava da solo, chi è autosufficiente, chi non ha bisogno di nessuno. Eppure basta guardarsi intorno per buttare all’aria questa certezza.
Vinceremo solo se la collettività (società, azienda, famiglia) diventerà un tutt’uno, e metterà in atto una serie di comportamenti virtuosi e condivisi, a volte scomodi. Ci sono nuove regole alle quali obbedire, ci sono nuove priorità da considerare. Dobbiamo ricominciare a fidarci ed affidarci agli altri.

Dalla comunità all’individuo

Questo non significa che dobbiamo aspettarci che le risposte o le soluzioni vengano dall’esterno. Ognuno deve fare la sua parte, anzi, questo è il momento per affinare gli strumenti, ideare le strategie e programmare le azioni da mettere in campo fin da ORA.

Il tempo di scegliere

Abbiamo chiesto al dottor Luca Fabrizi, psicologo e psicoterapeuta, come possiamo reagire in un momento così drammatico. Il suo consiglio tocca alcuni punti fondamentali, tra cui il tempo e la scelta, a partire dall’etimologia della parola CRISI, dal greco “distinguere e giudicare” (e dal latino “scelta, decisione”).

 

 

 

365

Da settimane siamo bombardati da una serie infinita di numeri: i malati, i positivi, il numero dei posti in terapia intensiva, le regioni coinvolte dall’epidemia e così via.
Noi oggi vorremmo che vi concentraste su di un numero solo: 365.

 

365 è il numero di volte in cui, nella Bibbia, si ripete la frase “non abbiate paura”.

 

Credenti o no, non importa; da millenni questo è un mantra che l’uomo ha bisogno di ripetersi almeno una volta al giorno, con il caffè del mattino o quando si spegne la luce alla sera.
Perché in fondo, se ci pensate, tutti i giorni combattiamo battaglie pericolose e cattive.
Spesso ci mettono in ginocchio, ma quasi sempre ci si rialza.
Oggi stiamo combattendo per la nostra salute, ma anche per attrezzarci a sopravvivere ai danni economici che questo “nemico in miniatura” sta causando.

Capitano, mio capitano

Oggi, qui alla Briefing, ci siamo fermati un attimo.
Ben distanti gli uni dagli altri (1 metro e mezzo, per cortesia) ci siamo presi un minuto per guardarci negli occhi e dirci che avevamo paura, che eravamo preoccupati ma che saremmo rimasti accanto gli uni agli altri. I più lucidi illuminino i più confusi, i più forti sorreggano i più deboli perché ogni giorno, a turno, siamo tutti lucidi e confusi, forti e deboli.

Un editoriale di Beppe Severgnini sul Corriere della Sera ci ricorda una splendida poesia di Kipling: “If “ (Se), in cui un padre spiega al figlio come diventare uomo dicendogli:


If you can keep your head when all about you
are losing theirs and blaming it on you,
if you can trust yourself when all men doubt you,
but make allowance for their doubting too

Se riuscirai a non perdere la testa
quando tutti la perdono intorno a te, dandotene la colpa;
se riuscirai ad aver fede in te quando tutti dubitano,
mettendo in conto anche il loro dubitare.

Sorridete

…anche quando ci sarebbe poco da sorridere.
​Perché orgoglio, volontà, forza, iniziativa e fiducia sono gli strumenti che ci condurranno fuori da qui.

E se riusciamo a farvi sorridere il venerdì 13 di un anno bisestile, in mezzo a una pandemia, almeno per oggi avremo raggiunto il nostro obiettivo.

 

criṡi s. f. [dal lat. crisis, gr. κρίσις «scelta, decisione», der. di κρίνω «distinguere, giudicare»].